lunedì 13 giugno 2011

Sorpresa española


Oggi  faccio di “tutta l’erba un fascio” e sfido  il buon senso che mi direbbe di  affermare che un popolo  è fatto di tante persone, ognuno con la propria individualità, con le proprie attitudini e con i suoi desideri.  Racconto cosa penso della Spagna e del suo popolo anzi, cosa non sopporto di quest’ultimo. Non posso affermare scientemente di non soffrire la Spagna o gli Spagnoli ma certamente ho mal sopportato quel momento in cui gli Italiani non facevano altro che ammirare la Spagna in ogni suo aspetto, nello stile di vita, nella cultura, nella politica, nell’economia, nella lingua e chissà in quanti altri punti di vista.  





Sembrava che qualunque cosa facessero gli Spagnoli fosse fatto bene anzi non eri per niente alla moda se, ogni tanto, nelle conversazioni, non intercalavi qualche parola in spagnolo, cheneso un baila, un magnana o un hasta luego. Insomma,  gli Italiani si sono innamorati di quella nazione e di quel popolo:  li sentivano vicini, quasi uguali a loro, con una  lingua comprensibile, con una cucina semplice e saporita e hanno iniziato a studiarne approfonditamente la lingua, la politica, che per un periodo ha suscitato grande interesse da noi con l’ascesa al potere della sinistra di Zapatero, l’economia, che aveva avuto un momento di boom negli anni novanta e i  primi anni del nuovo secolo, la creatività, con attenzione  verso alcuni famosi artisti, registi, cantanti ma anche architetti, stilisti di moda e scrittori.

La luna di miele con la Spagna è durata alcuni anni poi come tutte le mode si è affievolita e ha lasciato il posto a qualcos’altro, gli Italiani hanno rivolto i loro interessi verso altri lidi.  Certamente, non posso non essermi accorta della grande attenzione verso tutto ciò che viene dall’Estremo Oriente anzi dal Giappone, una vera e propria ubriacatura che un tempo era stata per la Spagna e ora punta altrove.

Nel momento in cui si intercalava spagnolo, si leggeva solo David Trueba (ma chi era costui?!), si mangiavano solo tapas, si vestiva solo (BOH!) e ci si interessava alle nozze reali dell’infanta di Spagna,  io la Spagna non soffrivo! Non ho mai tentato di parlare la loro lingua, addirittura alle mie orecchie non suona dolce e melodiosa anzi a me sembra composta di suoni duri e fortemente gutturali  per nulla simile alla musicalità dell’Italiano o del Francese. Non mi sono mai interessata alle nozze dei Borboni spagnoli , anche perché in generale le vicende dei reali non mi incuriosiscono e, a dirla tutta, anche se, in Spagna, ci sono e ci sono stati scrittori davvero grandi, alcuni di quelli che sono stati pubblicati negli anni della grande ubriacatura,  erano davvero dei poveri cristi. Mi è capitato di leggere un libro di D. Trueba e sinceramente credo di avere perso del tempo prezioso che avrei potuto dedicare a qualcun altro o a qualsiasi altra attività. Ho conosciuto qualche spagnolo e, forte della mia opinione,  non mi è rimasto simpaticissimo anche se su qualcuno mi sono dovuta ricredere. Li ho trovati molto spesso maleducati, chiacchieroni e sguaiati ma è probabile che debba sospendere oltre il mio giudizio visto che non ho mai sopportato questa moda tutta italiana.

In questo momento, invece,  per noi Italiani la Spagna potrebbe sprofondare negli abissi che manco ci se ne accorgerebbe, ormai noi abbiamo rivolto le nostri attenzioni verso altro e chi se lo ricorda più lo Spagnolo? Ora , anzi, quel popolo è diventato tra le nazioni più povere d’Europa, con la disoccupazione tra le più alte e noi quasi quasi ci sentiamo presi in giro da loro che un tempo sbandieravano la loro superiorità, il sorpasso sull’economia italiana, le vittorie riportate nelle battaglie civili come quella per il riconoscimento delle coppie omosessuali.  Sì, insomma tutto torna come prima; la Spagna non ha tenuto botta alla crisi e noi,  invece, diavoli di Italiani, sì; a noi la crisi ci ha ferito ma non ci ha ucciso. Siamo stati bravi e ora ne vediamo i frutti, tutto sta tornando al suo posto, l’economia riprende e tutti noi stiamo tornando al benessere di prima e, soprattutto, in Spagna non sta succedendo niente.

In questo momento, i giovani spagnoli non stanno continuando a lottare per avere un lavoro, per potere condurre una vita dignitosa, per avere voce nelle scelte della loro vita, per  dichiarare la loro estraneità alla politica fatta da vecchi oligarchi, con stipendi altissimi, con benefit inimmaginabili, con rendite vergognose. No,  gli Spagnoli non stanno dormendo fuori casa anzi in mezzo ad una piazza da metà maggio perché sono contro lo status quo della politica spagnola, non stanno prendendo manganellate in testa dalla polizia senza alzare loro nemmeno un dito, no non stanno dicendo al mondo e ,anche noi, che cambiare si può e che è un nostro dovere e diritto protestare contro ciò che riteniamo ingiusto. Perché subire sempre, perché nessuno riesce a dire no, perché continuare a subire passivamente le decisioni altrui se non mi rappresentano più quelle persone e quelle idee??

Oggi gli indignados, così si sono fatti chiamare, lasciano il loro accampamento di Puerta del Sol dopo un mese dall’inizio della protesta. Da noi nessuno ne ha parlato, nessun mezzo pubblico se ne è interessato. Forse non è successo niente, forse non merita che gli italiani ne siano informati. Gli Spagnoli ci hanno mandato un messaggio di enorme importanza e di speranza perché viene dai giovani che non accettano di non essere protagonisti del loro futuro e del loro presente, è un’onda che ha travolto la Spagna ma rischia di abbattersi anche su altri paesi e lambisce i giovani Italiani e che non la raccoglieranno per l’ennesima volta.
Mi ero sbagliata sugli Spagnoli: sayonara.

P.s. :  per capire cosa è successo con una dedica speciale agli Italiani http://vimeo.com/24680188

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