lunedì 27 giugno 2011

No Tav, no Europa

Oggi è un giorno triste e non solo perché è lunedì, sono depressa e ho il ciclo. Oggi è un giorno triste perché ancora una volta la democrazia in Italia ha subito un brutto colpo. Stamani mattina la protesta dei no-tav è stata bloccata con il lancio di migliaia di fumogeni da parte delle forze dell’ordine. C’erano duemila poliziotti che scortavano le ruspe per l’apertura del cantiere ma c’erano anche migliaia di manifestanti, persone comuni che abitano nella valle e che fanno parte dei comitati no-tav, interi comuni che si dichiarano contrari al progetto e lo Stato come un carro armato li ha calpestati senza alcuna pietà.
Cosa diremmo se venissero costruite centrali nucleari in Italia dopo il risultato del Referendum? Sarebbe uno scandalo, una vera e propria violenza, un autentico segnale della dittatura che ci governa. Ecco, la stessa cosa sta accadendo lì; anche i Valsusini si sono opposti in tutti questi anni al progetto, senza mai cambiare idea, rimanendo fermi sui loro convincimenti e disposti a nottate al freddo, a barricate, a presidi di ogni genere e da oggi anche a prendere pugni in faccia. Come si sentono dopo che stamani i poliziotti li hanno caricati, dispersi nei boschi e poi hanno fatto partire i lavori della tav? Forse si sentiranno vinti, distrutti nel morale,violentati nelle loro idee, soli,  davanti ad uno Stato che arraffa i soldi che l’Europa ci sventola davanti, con l’ultimatum che se i lavori non avranno inizio entro il 30 giugno ce li toglierà, e che intona sempre lo stesso mantra ”senza Tav saremo tagliati fuori dell’Europa.”
Ma non siamo già tagliati fuori dal consesso degli stati seri, operosi, industrialmente avanzati, quelli in cui la ripresa economica è già cominciata e la popolazione inizia a riprendere a respirare? Quale è il piano industriale e  infrastrutturale italiano per fare fronte alla crisi economica e rilanciare l’Italia? Dipenderà tutto dalla costruzione della tav? E’ grazie alla tav che le sorti dell’Italia cambieranno? Mi si potrebbe rispondere che la tav è solo la prima opera necessaria per la ripresa e che poi ne potranno venire molte altre. Certo, questo potrebbe essere tutto vero se accadesse in un altro paese, ma non qui. Non qui dove tutto il trasporto delle merci si fa quasi esclusivamente su ruota, su strade che assomigliano a mulattiere e non si trovano i soldi nemmeno per chiudere le buche più pericolose. La tav distruggerà l’ecosistema di una intera valle e in compenso le modalità del trasporto in Italia non cambieranno perché dopo la tav non ci sarà niente, le nostre ferrovie continueranno ad essere male utilizzate o sottoutilizzate e il traffico delle merci, come dimostrano svariati documenti, non viaggerà da est ed ovest sull’asse Barcellona-Kiev, come dichiarano quelli che la vogliono, bensì da nord a sud sfruttando i nuovi tunnel che sono già in costruzione tra Svizzera-Italia  e Austria-Italia. O forse, più probabilmente,  è solo un grande affare per i pochi che stanno dietro alla progettazione e alla costruzione della grande opera e niente di più? O forse, non sarà niente altro che un buco nero in cui butteremo i nostri denari e che ne inghiottirà molti di più di quanti ne avevamo previsto? Soldi, interessi, appalti, soldi, mafia, politici, soldi, sprechi, tangenti, soldi, soldi, soldi. Un copione già visto che forse ci ha stancato.
In questi anni i Valsusini  che, nella mia idea, sono molto lontani dalla classica figura del montanaro che fatica a parlare in italiano, che è capace di lavorare come un mulo in alta montagna e che frequenta Pontida, hanno con tutte le loro forze cercato di difendere la Val di Susa con tutti gli argomenti possibili. Personalmente li ho ammirati molto, dalle mie parti , probabilmente,  dopo il primo no o alla prima sconfitta ci si sarebbe fermati e si sarebbe abbassato il capo, loro hanno continuato per amore della loro terra ma da oggi non c’è più niente da fare, devono accettare punto e basta anche a suon di manganellate.
Ma perché  non aprire per la prima volta un dibattito istituzionale, serio e partecipato? Si è sempre cercato di relegare la questione  a problema locale cosa che invece non è. Qui si gioca con le scelte che delineeranno il nostro futuro. Di tutti non solo degli abitanti della Val di Susa.
Un appunto però mi sento di farlo anche a loro che indomiti hanno cercato di salvare la loro valle. Se non ricordo male il Presidente della regione Piemonte è Cota quindi anche loro sono stati, alle ultime elezioni, elettori della Lega. E non è Maroni il Ministro che stamani ha dato l’ordine di gettare i lacrimogeni? La Lega li ha convinti con uno slogan facile che avrebbero capito anche quelli che frequentano Pontida “padroni a casa nostra!” Eh, infatti, chi vuoi che venga a prendertela la casa in val di Susa se da domani i rischi per la salute si moltiplicano e sei costretto a vivere in un ambiente degradato e senza futuro...!

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