Ci sono cose che solo la gente davvero coraggiosa riesce a
fare, imprese titaniche che solo pochi audaci tentano e solo poche volte
riescono a portare a termine con successo, operazioni di grande precisione che richiedono programmazione e cura dei
dettagli, cose da esperti insomma…. Per alcuni la vacanza è così e lo è
soprattutto da quando hanno figli: si organizzano per tempo, scrivono liste, fanno
valige abbondanti senza però esagerare, hanno attrezzature che rendono la
vacanza più piacevole e i carichi più leggeri. Ecco, tutta roba che non fa per
noi. Noi non siamo fini strateghi in nessun campo dello scibile, non siamo
precisi per niente, siamo sicuramente distratti, arruffoni, pigri, in una sola
parola: cialtroni. Non so se si è capito il senso ma dalle nostre parti si dice
così e non c’è bisogno di aggiungere altro.
Prima siamo stati motocialtroni e ora siamo genitocialtroni.
Un tempo avevamo una moto da viaggio, una piccolissima tenda, due borse piccole
e morbide da moto e basta e ci andavano in giro ovunque spendendo il giusto,
divertendosi, passando tutto il nostro tempo insieme, soli e un po’avventurosi
(non troppo). Partire era facile, poche cose infilate dentro le due borse, uno
zaino per me e uno per la moto, la tenda agganciata dietro e via. Senza guardare
l’orologio, senza programmare quasi niente, tranquilli, rilassati, senza
pensieri . Questa è più o meno quello che si avvicina di più alla definizione di
vacanza per me e Chissoio ed è quello che non ci accade più da un sacco di
tempo.
Naturalmente avendo questa natura, diciamo vagamente
frikkettona, pensavamo di applicare anche alle vacanze con figlie al seguito, i
(non) principi organizzativi che usavamo prima. E naturalmente ci sbagliavamo…
La nostra prima vacanza in campeggio con le bambine ci ha
fatto capire alcune cose: siamo due cialtroni, male organizzati anzi non
organizzati, ci mancava tutto ma proprio tutto a partire dalla tenda, dal
tavolo, le sedie, un modo efficiente di fare ombra, valige intelligenti o quantomeno
“pensate” e non valige abbozzate con migliaia di vestiti per le bimbe e due
stracci non mettibili per me e Chissoio, una tenda altezza uomo e non la nostra
vecchia canadese dai colori improbabili detta anche dai nostri cari: la ricchiontendariposinpace
(senza offesa ma sembrava più adatta al gaypride che non ad un campeggio
stellato nel sud della Francia).
Abbiamo provato a rimediare passando alcune ore al Decatlhon
più vicino, comprando tutto il comprabile, sedie tavoli e quant’altro,
astenendoci dall’acquistare anche una tenda nuova visto che, in quella fase che
non stenterei a definire disperata, c’era chi pensava di darsi alla macchia o
trasferirsi nel primo albergo disponibile. Dopo è andato tutto un po’meglio,
mangiare seduti e potere appoggiare il piatto su un ripiano è stato comodo e
piacevole e ha risolto problemi di natura igienica. Al momento siamo senza
tenda, dopo la morte definitiva della ricchiontendariposinpace, non ce la siamo
sentita di comprarne una nuova, per l’ombra valuteremo in seguito…
Il resto della vacanza è andato bene a parte qualche disagio
per la bambina grande che temeva che la tavoletta del wc ruotante e igienizzata
automaticamente (che non escluderei rappresentasse il fiore all’occhiello del
campeggio) la inghiottisse, ergo un rifiuto quasi totale di fare i suoi bisogni
nei bagni (il problema è stato risolto mettendo in atto il sistema degli “antichi”).
Siamo stati bene, ci siamo ancora una volta resi conto di come siamo e di come
non cambieremo mai, del resto c’è tutto l’inverno per dimenticare la lezione ed
proprio quello che faremo nei mesi a venire: scorderemo tutto con metodo e
disciplina, l’unica di cui siamo capaci.