martedì 22 ottobre 2013

Facce di m...a (mamma): le insuvvate

Non è bello parlare male dei conoscenti, lo so, ma certe volte è inevitabile. Ci sono persone che mi irritano talmente tanto che anche se non mi hanno mai rivolto la parola mi creano comunque una tale irritazione che viene a me il desiderio di rivolgermi a loro e castigarli con qualche battuta acida delle mie. Qualcuno direbbe che “mi sono tappata” nel senso che la mia irritazione è tale che la devo, bada bene, devo abbattere su qualcuno per tornare la me di sempre (ovvero mediamente calma).
Ecco, quella persona o quelle persone sono le mamme insuvvate che parcheggiano sulle strisce davanti all’entrata della scuola di mia figlia (tutto il mondo è paese, Siro!), che fanno scendere di macchina prima i loro tacchi e le loro borse (Luis Vuitton ma anche Gherardini qui va molto!) e poi scendono con i loro giubbettini di pelle colore chiaro, i loro capelli biondomesciatifintoribelli e fanno scendere piccoli principi biondi, vestiti per un incontro informale ad Ascot o principesse rock dotate di tutù, chiodo e anfibio aggro.

mercoledì 9 ottobre 2013

Sic transit gloria mundi...

Credo che oggi, intendendo proprio in questi giorni, essere Daniela Santanchè non deve essere facile….Probabilmente, essere Daniela Santanchè non è mai stato facile. Sgomitare da tutta la vita, cercando di raggiungere il potere, sfruttando tutti i metodi possibili ed immaginabili deve essere difficile. Volere essere forte, potente, perfetta, irraggiungibile e non riuscirci mai, dico mai, dopo anni e anni di tentativi, è sicuramente frustrante. Avere 53 anni ed essere tirata come una "strombola", con un viso deformato da una bocca che spero che non sia sua di “natura” ma che dalle mie parti non esiterebbero a definire “a ciabatta”, una voce inascoltabile, un modo di interloquire insopportabile: scandisce tutte le parole, quasi le sillaba, come se chi ascolta fosse scemo o sordo, alzando inutilmente la voce per attirare l’attenzione su di sé. Senza considerare i contenuti, cavalcare ogni argomento cavalcabile: la maternità, i problemi femminili, ogni tipo di paura o di sospetto verso il “diverso” che siano extracomunitari, zingari, comunisti o omosessuali, tutti insieme in un unico calderone, trasformandosi all’occorrenza in una perfetta dama di carità che aiuta i bambini poveri e malati, amante dell’arte e dopo un attimo urlare contro quelli che volevano fare fuori B. No, impossibile, non può essere facile.
Comunque, anche leggendo la sua biografia, c’è da aspettarsi che non abbia ancora finito di sparare cartucce e che, a breve, sia pronta per riciclarsi in qualche altra forma (io, per esempio, dopo il pitone la vedo bene come lucertola o come drago di Comodo che nonostante l’aspetto, sono, in fin dei conti, innocui) tipo fervente religiosa e “devota di papa Francesco”(oddio, in questo caso, c’è da rifarsi la verginità e lì la vedo dura eh!) oppure come opinionista in un reality dove il protagonista è il figlio. Sì, la vedo bene quasi dappertutto in qualsiasi ruolo che abbia a che fare con lo spettacolo o con la televisione (anche come tronista dalla De Filippi), meno bene la vedo in politica….la nostra mancata vicepresidente della Camera…!
Però, alzi la mano chi dice che il “suo” non l’ha fatto, intendo dire che è anche grazie a lei che B. è (spero definitivamente) andato a fondo. E’ proprio vicino a lui che ha dimostrato le sue doti di fine politica, di raffinata stratega, di elegante statista….

sabato 5 ottobre 2013

I soliti fanca...sti di sempre....!

Questo post è dedicato a Chissoio.
E’ stata la nostra prima volta senza bambine ed è andata bene....
Non voglio fare quella che si lamenta, le bimbe ce le siamo fatte e ce le teniamo con, almeno mi sembra, dedizione totale e amore, con qualche sacrificio e molti sforzi organizzativi. Siamo, credo, felici e non vorremmo mai tornare indietro. Avere figli è un privilegio della donna che lo condivide con un uomo del tutto speciale e i figli ci investono come treni in corsa, ci atterrano, ci fanno volare, ci stancano e ci danno e ci tolgono energie che mai avremmo sospettato di possedere. Tutto viene riprogrammato, quello che era normale diventa speciale e il tempo non basta mai. Le ore sono sempre lunghissime quando siamo a lavorare e cortissime quando siamo con i nostri bimbi.
Però, dopo tre anni insieme, senti di poterti avventurare in qualcosa che non preveda la presenza delle bambine, qualcosa in cui sarebbero di troppo, dove si stancherebbero, piangerebbero, patirebbero il cambio di ambiente, clima, orari. Qualcosa da fare in due senza le marmocchie, tanto per capire se siamo ancora capaci di stare in un consesso di persone che non abbiano in comune con noi solo i figli, le loro attitudini, interessi e similia. Quelle persone che hai conosciuto in un periodo diverso della vita e che hai scelto di frequentare, di conoscere e con le quale sai lasciarti andare a sonore, grasse risate, ricordi, discorsi seri, poco seri  e stupidi. In una parola "amici".
Non abbiamo mai smesso di frequentare i nostri amici “storici” ma lo abbiamo fatto sempre con grandissima parsimonia, e sempre con le nostre piccole presenti. Nemmeno per un attimo siamo stati davvero noi stessi o per lo meno quei due fancazzisti che siamo da sempre io e Chissoio. Non abbiamo mai abbandonato il ruolo di genitore, educatore, serio, che non abbassa mai la guardia. Era ora di provarci.

lunedì 23 settembre 2013

Genitocialtroni in campeggio

Ci sono cose che solo la gente davvero coraggiosa riesce a fare, imprese titaniche che solo pochi audaci tentano e solo poche volte riescono a portare a termine con successo, operazioni di grande precisione  che richiedono programmazione e cura dei dettagli, cose da esperti insomma…. Per alcuni la vacanza è così e lo è soprattutto da quando hanno figli: si organizzano per tempo, scrivono liste, fanno valige abbondanti senza però esagerare, hanno attrezzature che rendono la vacanza più piacevole e i carichi più leggeri. Ecco, tutta roba che non fa per noi. Noi non siamo fini strateghi in nessun campo dello scibile, non siamo precisi per niente, siamo sicuramente distratti, arruffoni, pigri, in una sola parola: cialtroni. Non so se si è capito il senso ma dalle nostre parti si dice così e non c’è bisogno di aggiungere altro.
Prima siamo stati motocialtroni e ora siamo genitocialtroni. Un tempo avevamo una moto da viaggio, una piccolissima tenda, due borse piccole e morbide da moto e basta e ci andavano in giro ovunque spendendo il giusto, divertendosi, passando tutto il nostro tempo insieme, soli e un po’avventurosi (non troppo). Partire era facile, poche cose infilate dentro le due borse, uno zaino per me e uno per la moto, la tenda agganciata dietro e via. Senza guardare l’orologio, senza programmare quasi niente, tranquilli, rilassati, senza pensieri . Questa è più o meno quello che si avvicina di più alla definizione di vacanza per me e Chissoio ed è quello che non ci accade più da un sacco di tempo.
Naturalmente avendo questa natura, diciamo vagamente frikkettona, pensavamo di applicare anche alle vacanze con figlie al seguito, i (non) principi organizzativi che usavamo prima. E naturalmente ci sbagliavamo…
La nostra prima vacanza in campeggio con le bambine ci ha fatto capire alcune cose: siamo due cialtroni, male organizzati anzi non organizzati, ci mancava tutto ma proprio tutto a partire dalla tenda, dal tavolo, le sedie, un modo efficiente di fare ombra, valige intelligenti o quantomeno “pensate” e non valige abbozzate con migliaia di vestiti per le bimbe e due stracci non mettibili per me e Chissoio, una tenda altezza uomo e non la nostra vecchia canadese dai colori improbabili detta anche dai nostri cari: la ricchiontendariposinpace (senza offesa ma sembrava più adatta al gaypride che non ad un campeggio stellato nel sud della Francia).
Abbiamo provato a rimediare passando alcune ore al Decatlhon più vicino, comprando tutto il comprabile, sedie tavoli e quant’altro, astenendoci dall’acquistare anche una tenda nuova visto che, in quella fase che non stenterei a definire disperata, c’era chi pensava di darsi alla macchia o trasferirsi nel primo albergo disponibile. Dopo è andato tutto un po’meglio, mangiare seduti e potere appoggiare il piatto su un ripiano è stato comodo e piacevole e ha risolto problemi di natura igienica. Al momento siamo senza tenda, dopo la morte definitiva della ricchiontendariposinpace, non ce la siamo sentita di comprarne una nuova, per l’ombra valuteremo in seguito…

Il resto della vacanza è andato bene a parte qualche disagio per la bambina grande che temeva che la tavoletta del wc ruotante e igienizzata automaticamente (che non escluderei rappresentasse il fiore all’occhiello del campeggio) la inghiottisse, ergo un rifiuto quasi totale di fare i suoi bisogni nei bagni (il problema è stato risolto mettendo in atto il sistema degli “antichi”). Siamo stati bene, ci siamo ancora una volta resi conto di come siamo e di come non cambieremo mai, del resto c’è tutto l’inverno per dimenticare la lezione ed proprio quello che faremo nei mesi a venire: scorderemo tutto con metodo e disciplina, l’unica di cui siamo capaci.

lunedì 16 settembre 2013

Ricominciare

E’ passato un sacco di tempo dal mio ultimo post e oggi sento finalmente il bisogno di riprendere a scrivere qualcosa. La mia è stata una lunghissima estate come non ce ne erano state così da troppo tempo, è stata così lunga che alla fine quasi quasi mi stava annoiando e, sinceramente, erano anni che non provavo questa sensazione. Presente quando nei primi giorni di Settembre  sei stanca di andare al mare e hai voglia di fare qualcosa di nuovo e sai che tra pochi giorni inizierà la scuola e, forse, è il caso di riprendere in mano i libri, ripassare un po’ di coniugazioni e di sintassi e hai quasi voglia di rivedere i compagni di scuola e guardi con un minimo di interesse alle vetrine che espongono le collezioni invernali senza, come ti accadeva nei mesi prima, essere attraversata da una sensazione di prurito su tutto il corpo come quando ci si mette la maglietta di lana dopo avere sudato???!Ecco io l’ho provato quest’anno a vent’anni dalla fine del liceo e sono soddisfazioni.
In effetti, ho passato un sacco di giorni in ferie, al mare, con le bambine, dai nonni e in campeggio, da sola e con Chissoio, senza alcuna fonte di informazione (Radio, televisione, internet, quotidiani), ho incontrato parenti, amici, amiche e anche fatto nuove conoscenze sulla spiaggia. Approfittando del tempo libero e della presenza di almeno tre\quattro tati al giorni ho corso, fatto il bagno, ciarlato, letto una quantità di libri non credibile per una donna con due figlie al seguito. In parole povere non ho fatto praticamente niente, non ho lavorato, pulito, cucinato, lavato, stirato, mi sono solo occupata delle bambine quando non c’era quella folla di tati che aveva una voglia matta di stare, coccolare,ascoltare, aiutare, sorreggere le mie bimbe…..
Tutti questo è successo lontano dalla nostra città, quella in cui viviamo, lavoriamo, andiamo a scuola e quindi il fatidico rientro è prima o poi avvenuto. Ora dopo due settimane sto già annaspando tra: ricerca di lavoro (che non si vuole fare trovare)o cambio di lavoro, inserimento figlia grande alla scuola materna, inserimento figlia piccola al nido, corso di nuoto ancora da iniziare, corso di restauro dell’arte contemporanea che non riuscirò mai a finire e questo lo so di già ma finchè posso resisto, parcheggio, casa, spesa, stress, preoccupazioni varie e come valvola di sfogo il blog ogni tanto.
Però l’effetto vacanza interminabile sta continuando e io sto riiniziando, con la lentezza di un bradipo, provando una sensazione positiva, di ottimismo , di voglia di fare, e un non so che mi fa sperare bene. Per quanto ancora vivrò su questa nuvoletta pannosa e rosa?! Le previsioni del tempo hanno messo temporali….

domenica 4 agosto 2013

La casa del silenzio

Fatma è ormai vecchia, incartapecorita, astiosa e con molti rimorsi ma soprattutto con un profondo odio verso quel nano che la riverisce giorno e notte,  che si prende cura di lei ventiquattro ore su ventiquattro e che sta lì a ricordarle continuamente l’adulterio che suo marito ha commesso, mettendo al mondo altri due figli fuori del matrimonio. Quel nano sta lì a ricordarle quanto la sua malvagità non abbia avuto limiti quando, ancora piccoli, li ha presi a bastonate e trasformati in storpi. E lei vive ricordando la vita che ha fatto, il marito che ha amato, detestato, odiato per tanti anni, in un turbine mai fermo di passioni contrapposte, paura, desiderio, ribrezzo, odio; vive ricordando la sua immobilità, relegata per anni nella sua stanza, a contare i gioielli ognuno dei quali raccontava un episodio della sua vita di ragazza quando ancora abitava ad Istanbul e frequentava le figlie di un Pascià. 

giovedì 18 luglio 2013

Besta, ti odio!

Come buona parte degli Italiani anzi dei cittadini di tutto il mondo anche io posseggo un po’ di mobili dell’Ikea. In effetti i mobili sono carini e costano il giusto ma, secondo il mio modesto parere, non sono di grande qualità. Vanno decisamente bene per case piccole non abitate da bambini o per seconde case al mare o in montagna, che sfrutti solo per alcuni mesi all’anno, ma non per case degne di questo nome. In fatti, se usati, dopo poco tempo iniziano a cedere, ad avere un aspetto decrepito, ad avere fitte di provenienza sconosciuta. Si sarà capito, ma non sono una grande fan dell’Ikea così come non lo sono di buona parte degli oggetti low-cost&low-quality. Questo non significa che non compro cercando di risparmiare ma su alcune cose che, secondo me, meritano non mi dispiace spendere due soldi in più, magari fare un sacrificio e cercare qualcosa di qualità, fatto con materiali sicuri e piacevole alla vista. Spesso, se parliamo di mobili, si tratta anche di oggetti fatti in Italia da ditte italiane (naturalmente è cambiato tutto anche in questo settore) o che perlomeno hanno mantenuto qui i loro centri di ricerca e di studio.
Ecco perché, avrei voluto quello libreria marca Poliform. Semplicemente perfetta, capiente, modulabile, bianca e alla vista resistente, naturalmente molto molto cara.