domenica 4 agosto 2013

La casa del silenzio

Fatma è ormai vecchia, incartapecorita, astiosa e con molti rimorsi ma soprattutto con un profondo odio verso quel nano che la riverisce giorno e notte,  che si prende cura di lei ventiquattro ore su ventiquattro e che sta lì a ricordarle continuamente l’adulterio che suo marito ha commesso, mettendo al mondo altri due figli fuori del matrimonio. Quel nano sta lì a ricordarle quanto la sua malvagità non abbia avuto limiti quando, ancora piccoli, li ha presi a bastonate e trasformati in storpi. E lei vive ricordando la vita che ha fatto, il marito che ha amato, detestato, odiato per tanti anni, in un turbine mai fermo di passioni contrapposte, paura, desiderio, ribrezzo, odio; vive ricordando la sua immobilità, relegata per anni nella sua stanza, a contare i gioielli ognuno dei quali raccontava un episodio della sua vita di ragazza quando ancora abitava ad Istanbul e frequentava le figlie di un Pascià.