Ultimamente ho sentito
insistentemente parlare di Bruno Munari e dei suoi libri per bambini. I tre
cappuccetto verde, giallo e bianco li conoscevo ma non mi ero mai cimentata nei
suoi saggi. E così, ispirata anche da post di un una blogger http://chasinghygge.wordpress.com/2013/02/14/mini-book-review-fantasia-di-bruno-munari/,
ho letto “Fantasia” invenzione,
creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive, edito da Laterza,
1977.
Si tratta di un vero e
proprio studio sulla fantasia, un tentativo di mettere ordine in un argomento
che spesso si rinuncia ad ordinare perché è, per sua natura e per ammissione della
maggior parte di noi, non catalogabile. Ma che cos’è la fantasia? E l’immaginazione
e la creatività? In effetti, come dice anche Munari, è difficile dare delle
definizioni universali per concetti che vengono interpretati in modo diverso a
seconda della latitudine, del soggetto che ne fa uso e che spesso vengono fusi
insieme in modo indistinguibile ma se si riuscisse a dare, anche solo provvisoriamente,
una definizione potremmo trovare costanti comprensibili alla logica e quindi
comunicabili e “avremmo fatto un ‘opera
di divulgazione e di aiuto all’uso di queste possibilità umane”.
Insomma è possibile capire
come nasce un’idea? Secondo Munari sì è possibile, difficile ma possibile. Il
mondo della creatività e dell’arte è da sempre stato considerato un mondo a
parte, non catalogabile. Quante volte si è sentito dire di una persona “eh, lui sì che è un artista!” e non per dire
che fa delle belle opere d’arte ma solo per definirlo un essere strano diverso
dalla media delle persone. Gli artisti stessi ci tengono molto a mantenere il “segreto”
della loro arte, come costruiscono le loro opere o da dove nascono le loro
idee. L’arte e il suo mondo, quindi, ha acquisito nel tempo un significato di
bello ma dalla difficile comprensione in quanto fatto da persone sui generis, più
vicine alla pazzia che non alla normalità.