venerdì 22 luglio 2011

Maddalena e la pasta e fagioli


Ogni tanto mi accadono cose singolari, piccole, di poca importanza, per qualcuno banali ma per me decisamente sorprendenti. Accadono quando non me lo aspetto e riescono a cambiare l’umore di una giornata, mi rendono non proprio felice ma mi sorprendono piacevolmente. Certe volte riescono da sole in un’impresa che oserei  definire titanica ovvero riuscire a smontare una dei preconcetti che ho scolpito nella mente, pregiudizi che nessuno riesce a confutare, che non si sa da dove arrivano e perché continuo  a seguirli con tanto zelo.

Uno di questi è: da buona toscana mangio solo minestre di legumi, non mi piace la pasta con i legumi! Per anni,  anzi diciamo la verità, da quando sono nata fino a poco tempo fa, mangiavo soltanto minestre con i legumi (tranne le cicerchie che non sono in alcuna forma sopportabili per il mio palato!) credendo chissà per quale motivo che la pasta con i legumi fosse roba da palati del sud d’Italia. Nonostante abbia vissuto per alcuni periodi con persone del sud mai sono voluta scendere a compromessi e nemmeno per sbaglio una sola forchettata di quella pasta è entrata nella mia bocca e scesa nel mio stomaco. Credo che non avrei potuto assaggiarla neanche sotto tortura.
Un giorno, poco tempo fa, non so bene perché, ho comprato un bel po’ di fagioli borlotti freschi, e mi sono ricordata di un primo piatto che mio suocero decanta da sempre e che gli preparava la sua nonna Maddalena, quella che abitava alle Case di Scarlino. Si tratta dei maccheroni, che in Maremma corrispondono a pasta all’uovo fatta dalle sante manine di qualche nonna dalla forma di tagliatella ma leggermente più larga, con i borlotti freschi. Mi faccio raccontare la ricetta da mia suocera che l’ha mutuata a sua volta da sua suocera, la figlia di Maddalena per intenderci, e purtroppo mi rendo conto che la ricetta mi convince poco. Non paga chiedo ancora a qualcuno che l’ha provata sicuramente e mi inizia ad assalire il dubbio che il primo piatto in questione non sia poi così tanto buono, rappresenti piuttosto un luogo della memoria, reso leggendario dal ricordo di una nonna amorevole e cuoca rispettata. Allora, cosa fare con questi fagioli? Cerco nella Rete e le uniche ricette che trovo sono quelle della pasta e fagioli, a dire il vero ci sono migliaia di pagine in italiano e non di pasta e fagioli, ogni regione e non solo quelle del sud hanno la propria ricetta, anzi ogni famiglia ha la propria e non esistono due versioni uguali identiche.  Alla fine mi decido svogliatamente per una ricetta a caso  tra le mille trovate. Intanto che scelgo la ricetta i fagioli sono già lessati e non mi resta che soffriggere l’aglio, carota, cipolla e sedano nell’olio. Poi aggiungo il pomodoro a pezzi ma non troppo (almeno per me!)infine i fagioli lessi  e subito dopo un po’ di acqua dove ho fatto bollire i legumi. Con la punta del cucchiaio schiaccio qualche fagiolo di quelli che si trovano già nella pentola, così do un po’ più di corpo al sugo. Quando il tutto bolle aggiungo la pasta e, mantenendo sempre l’acqua di bollitura dei fagioli caldissima, ne aggiungo via via alla pasta per cuocerla. In parole povere,ci si comporta come se si stesse preparando un risotto e quando la pasta è ormai cotta si aggiusta di sale e di pepe.  Naturalmente c’è stato l’assaggio e in pochi attimi sono svaniti tutti i miei pregiudizi, le mie regole complicate e inestinguibili. Oggi mangerei pasta e fagioli tutti i giorni! Per farmi cambiare idea c’è voluta una bisnonna, della quale ogni volta mi colpisce come viene descritta : una donna buona, quasi cieca, che stava tutto il giorno tra l’orto e la stufa economica, che aveva un modo tutto suo di tagliare la cipolla, amorevole con i nipoti, che ha sempre lavorato per una famiglia numerosa fino alla vecchiaia in silenzio, senza lamentele. Alla fine ho cambiato idea e un lunedì  che si presagiva nero ha decisamente cambiato piega.
Grazie Maddalena!

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