martedì 5 luglio 2011

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione

Accolgo l’appello di tanti blog e siti web italiani che chiedono sostegno per dire no alla delibera dell’Agcom, che se approvata in data 6 luglio 2011, provocherà una vera e propria rivoluzione nella rete italiana. L’attuazione della delibera comporterà la chiusura di molti siti web e blog e la rimozione di contenuti da siti italiani o rendere inaccessibili siti esteri, dopo un procedimento sommario che non contempla il vaglio dell’autorità giudiziaria, solo sulla base del giudizio o “pregiudizio” della Agcom.

Nessuno nega che ci sia un problema di diritti d’autore quando si parla di relazione tra creatività ed internet ma, mi chiedo, è questa la strada giusta per risolverlo: arrogarsi il diritto di censurare, senza potere opporre resistenza legale, significa controllare il sapere, l’informazione, le notizie, significa, in poche parole, indirizzare la conoscenza, così come accade già per la televisione.  Se il problema esiste perché non cercare un metodo di discussione alternativo ad una delibera frettolosa e censoria che coinvolga tutti gli interessati? E poi qui si parla di libertà di pensiero, perché non se ne occupa il Parlamento Italiano;il diritto all’espressione del libero pensiero è sancito nella nostra Costituzione (art. 21), perché la politica non apre un dibattito serio (senza strumentalizzazioni, il che non è proprio facile visti i conflitti di interesse) e ci si danno delle regole rispettando la Costituzione?

Il nostro modello culturale mi sembra sempre più vicino alla Cina (o all’Iran) che oscura i siti in disaccordo con il potere, ma forse è proprio lì che dovremo guardare perché come ha detto Stallman: "Potremmo chiedere a degli amici cinesi di prestarci un proxy server per aggirare la censura in Italia".

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