martedì 12 luglio 2011

Secondo episodio. "SNOQ": quello che mi è piaciuto

Il secondo episodio del racconto di “Se non ora quando” del fine settimana scorso è dedicato alle cose belle, entusiasmanti,  che mi hanno colpito e che sono state molto più numerose di quelle brutte. Tra tutte quelle belle ne racconterò solo alcune che davvero mi hanno colpito. L’atmosfera prima di tutto, la voglia di stare insieme, l’idea che stessimo lì sotto il sole, al caldo torrido per qualcosa di importante e di comune a tutte noi.


 Quante donne c’erano, tante, tantissime, tutte dai venticinque anni in su (tranne poche eccezioni). Colorate, in piccoli o grandi gruppi, con una gran voglia di parlare anche solo con la vicina di sedia,  puntuali come orologi svizzeri. Ecco una sorpresa: la puntualità. Sinceramente, non mi è mai capitato di andare ad un incontro pubblico con tanta gente, si parla di duemila donne iscritte, e trovare una tale puntualità, tutte lì sedute, pronte ad ascoltare. Del resto, l’organizzazione è stata capillare, una macchina perfetta: prima di tutto è stata resa disponibile una delle poche piazze di Siena ombreggiata per buona parte del giorno, acqua gratis per tutte, punto di ristoro equo e solidale e sedie per la maggior parte di noi. Inoltre, c’è stata non solo l’accoglienza da parte delle comitato organizzatore ma anche di persone singole che hanno aperto le loro case, per fare pernottare a Siena chi non aveva trovato un posto letto. Va detto e ripetuto: davvero una grande organizzazione per una piccola e difficile città dove l’accoglienza è un gesto rarissimo e poco praticato. Conosco Siena e i Senesi fin troppo bene per potere affermare questo,  senza tema di smentita e nonostante il solito mantra continuamente ripetuto dalle autorità locali, anche quelle presenti all’incontro, “ Siena, con il Santa Maria della Scala è da sempre luogo di accoglienza dei pellegrini di tutto il mondo che percorrevano la via Francigena……e ancora oggi….”. Purtroppo non è più così, di Senesi a parte quelli dell’organizzazione e le autorità locali ce ne erano davvero poche e pochi e quanto alla cultura dell’accoglienza bisognerebbe aprire un capitolo a parte.
Mi è piaciuta l’organizzazione e la puntualità grazie alle quali tutte hanno potuto parlare.

Sin dalla mattina gli interventi sono stati interessanti  ma è dal pomeriggio che si sono susseguite con quindici minuti di tempo ciascuno, una pluralità di donne,  tutte con qualcosa da dire. Ognuna metteva in evidenza un aspetto diverso, c’è stata la donna di Crotone che ha parlato con tanta emozione della situazione delle donne calabresi, la scrittrice che ha messo l’accento sull’importanza delle parole che vengono usate, talvolta maltrattate, e delle quali ne viene trasfigurato il senso. “Le parole sono importanti” diceva Moretti  ed è vero, ogni parola porta un significato, un’idea, un concetto e quindi un insegnamento,  non possiamo usarle a caso. Cosa capiranno le nostre figlie se, un esempio su tutti, definiamo “responsabili” un gruppo di Parlamentari che si è venduto per soldi a Berlusconi? Che cosa è la responsabilità, forse la possibilità di vendersi al miglior offerente? Mi sono piaciute molto anche le parole pronunciate da una ragazza musulmana, presidente delle donne musulmane in Italia, che, forte del suo credo religioso, ha affermato che gli uomini ci servono, che non possiamo farne a meno, ma vogliamo gli uomini giusti che ci rispettino fino in fondo, che capiscano le nostre istanze e ci aiutino a migliorare le nostra condizione.  Mi ha fatto sorridere la consigliera della giunta del comune di Napoli quando ha detto che è stata votata per un pugno di voti e si dovrebbe sentire “in paradiso pe’scagno” e invece si sente in inferno perché rimane inascoltata ma continua a combattere con una maggioranza fatta di soli uomini; ho apprezzato una femminista storica italiana che, oggi è presidente dell’A.n.p.i. visto che non si è fatta mancare niente quanto a lotte e ha anche fatto la Resistenza, che ha detto “ ci voglio parlare con le donne di destra”, che non significa non le voglio nel movimento ma piuttosto mi ci voglio confrontare o forse qualcosa come “appena posso gliene dico quattro!”. Potrei continuare a lungo, ricordando tutte quelle che hanno detto qualcosa di interessante, importante, memorabile.

Mi è piaciuto tutto quello che è stato detto e soprattutto come è stato detto: con la passione che ci distingue sempre in ogni cosa che facciamo noi donne.

Sulle conclusioni a cui sono arrivate domenica alla fine dei lavori, posso dire di essere per lo più d’accordo. Purtroppo, solo con grande fatica sono riuscita a trovare qualche informazione in rete e sui giornali, visto che domenica non sono potuta essere a Siena. Ho capito che si va avanti, che l’entusiasmo,  la voglia di fare e di cambiare è ancora forte e che “Se non ora quando” si trasforma in un movimento vero e proprio, strutturato, indipendente, aperto, che rispetti le differenze anzi che da queste ne tragga la sua forza. Naturalmente, l’uso della rete sarà promosso ancora di più visto che i mezzi di comunicazione tradizionali tranne alcuni giornali sono in mano ad una economia maschilista e alla politica dell’ignoranza e del sessismo più spinto. La rete continua ad essere libera e quindi sarà il terreno favorevole per trovarsi, discutere, conoscere, capire anche se niente potrà sostituire la discussione faccia a faccia. Spero a presto, magari in autunno, un altro appuntamento in cui si possa redigere una vera e propria scaletta di cose da fare , in cui impegnarsi.

Questi due giorni di democrazia non possono essere dimenticati, sono già una pietra miliare per l’Italia. Una grande discussione aperta, un atto fondante e uno sguardo al futuro oltretutto fatto da chi da sempre è al fianco di qualcun altro ma non è stato mai protagonista, da quanto tempo non succedeva nel nostro paese?

Mi è piaciuto.

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