lunedì 4 febbraio 2013

Le correzioni


A Saint Jude tutto scorre sempre nello stesso modo e i Lambert vivono una vita ormai sempre uguale a se stessa, ammorbata dalla malattia di Alfred e dalle correzioni di Enid mentre entrambi accumulano oggetti di ogni genere nella loro casa. La malattia conduce Alfred alla demenza, alle allucinazioni, alla infermità e mentre lui combatte per continuare a vivere anche senza dignità, Enid vive una vita che non c’è più e che in gran parte non c’è mai stata, covando il desiderio di vedere per un' ultima volta i figli tutti insieme a Natale. I Lambert ancora una volta, tutti, sotto lo stesso tetto per le festività; un po’ come in  qualche vecchio film, dove tutto è perfetto, dove i bambini aspettano ferventi l’arrivo di Babbo Natale, dove qualcuno ha preparato una cena o un pranzo con le pietanze tipiche di quel giorno, allestite con ricette ed ingredienti sempre uguali a se stessi,dove verranno donati regali inutili che chiunque li riceva li odierà a prima vista ma che non si esimerà da dire che era proprio ciò di cui aveva bisogno, racconti di famiglia sentiti migliaia di volte…..

Eppure Enid vuole proprio questo : vuole un Natale con i suoi figli, con suo marito nella loro casa di Saint Jude. Certo non è facile radunare tutti quanti, i suoi figli si sono tutti trasferiti sulla est- coast: Gary, il più grande, banchiere, sposato con una donna infantile e meschina, depresso e non lontano dall’abuso di alcool; Chip, il secondogenito, il preferito di Alfred, di grande intelligenza, romanziere fallito, al momento invischiato in traffici di denaro con la Lituania e cacciato dall’Università dove insegnava per avere sedotto una giovane studentessa; infine, Denise, la più piccola, chef di successo, dalla vita personale in bilico tra la scelta se essere lesbica o eterosessuale, tra essere una brava o una cattiva ragazza, seguire se stessa o il modello precostituito che la madre le offre. Tutti figli dell’America della middle-class, quella delle casette a schiera con l’auto parcheggiata davanti casa, con i padri che lavorano dando tutto il loro tempo e le loro capacità per un’azienda a cui saranno fedeli fino alla pensione,che il sabato si dedicano a tagliare il prato o alla partita di golf, con madri che si occuperanno solo ed esclusivamente di loro fino a che non andranno all’Università, che cucinano rutabaga, che giocano a carte di pomeriggio con le amiche, si occupano della casa e vivono nell’illusione di essere felici. Enid ha in testa una certa idea di famiglia e lavora costantemente per costruire il suo sogno, ci lavora in modo così testardo che alla fine non si accorge che nessuno dei suoi intenti è andato a buon fine, nessuno dei suoi figli è come lo avrebbe voluto lei, il suo matrimonio non è come lei sognava, tantomeno la sua vecchiaia e forse neanche Enid è come avrebbe voluto essere. La sua è una ricerca continua “a correggere il tiro”; sa di non potere avere tutto, il massimo, l’ottimo. Non può essere ricca tanto da non preoccuparsi mai dei soldi, sa di non avere dei figli come quelli delle sue amiche, sa di non potersi permettere una crociera extra lusso ma nonostante tutto va in crociera, racconta cose mirabolanti dei suoi figli anche se sono solo colossali bugie, si accontenta della sensazione di felicità, appagamento, energia, giovinezza ritrovata aggrappandosi ad un antidepressivo spacciato per pillola della giovinezza. La sua famiglia modello,finta, come lo erano anche quelle delle amiche, non funzionerà, le verità mai dette, le enormi bugie verranno piano piano a galla e sconquasseranno il precario equilibrio familiare anche se de facto niente cambierà. Infatti, dopo avere assistito Alfred fino alla morte, fedelmente come una buona moglie deve fare, Enid si sentirà piena di speranze e con ancora la voglia di cambiare qualcosa nella sua vita, ancora aggiustamenti, piccole modifiche,correzioni….
Franzen guarda con disincanto alla famiglia medio borghese americana che ricalca in molti aspetti la famiglia del mondo occidentale più in generale e ne stigmatizza alcuni comportamenti. Quella famiglia che sembra uscita da una pubblicità del mulino bianco e che invece nasconde problematiche, bugie, cose non dette o mai risolte. Un potente affresco del mondo occidentale tutto legato al consumismo e con pochi valori, ormai banalizzati e resi sterili dal nostro continuo e mai sazio bisogno di apparire e non di essere..
Un libro denso di spunti di riflessione con un linguaggio ricco, e una struttura del romanzo complessa che alterna piani temporali diversi che concorrono a descrivere appieno il mondo in cui i nostri personaggi vivono e in cui si sono mossi nell’arco di tempo della loro esistenza. Un equilibrio quasi perfetto tra trama e linguaggio sempre appropriato e calzante, tra tragedia e commedia, in un’alternarsi che altro non è che la vita di tutti.

J. Franzen, Le correzioni, 2001

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