mercoledì 13 febbraio 2013

La mia famiglia e altri animali


La storia di una strampalata famiglia Inglese, che decide i trasferirsi per qualche tempo nell’isola greca di Corfù, fa da sfondo al racconto della passione tra un bambino quasi adolescente, personificato dallo scrittore, e le “scienze naturali”. Un amore appena nato ma già travolgente per l’osservazione della natura, dei fenomeni naturali ed in particolare per gli animali, partendo dagli insetti per raggiungere tutti quelli domestici o addomesticabili. La fortuna di vivere in totale libertà su un’isola e potere scorrazzare, nuotare, scoprire ogni angolo anche il più nascosto di questa perla del Mediterraneo, senza limiti, senza freni, senza che alcun adulto si intrometta in questo amore totale, in una vera e propria immersione nella natura dell’isola che al tempo era incontaminata e ancora selvaggia. Intorno a lui un pullulare di personaggi a partire dalla madre e dai fratelli ognuno con le proprie caratteristiche e con le proprie inclinazioni: il fratello cacciatore con la mania per le armi che avrebbe potuto sparare a qualunque cosa si muovesse, lo scrittore (che da grande diventerà davvero uno scrittore famoso) con strane idee in testa, un giorno depresso ed un giorno euforico, una madre dolce che prepara verdure fresche di stagione e tanti altri personaggi strani che fanno parte di una piccola comunità di Inglesi trasferitasi sull’isola greca per diletto o per svernare. Naturalmente, la maggiore parte di loro erano niente di più che ricchi nullafacenti in cerca di ozi più o meno interessanti con cui passare le giornate e ciò vale anche per la famiglia Durrel che continua a vivere alla maniera inglese, da colonizzatori dell’isola, cercando di ricreare lì quegli appuntamenti e quegli eventi che avrebbero vissuto anche nel Regno Unito. 
Appare, talvolta, qualche personaggio locale, oltre al greco fac-totum Spiro, di cui la madre del ragazzo si fida ciecamente, e con il quale il bimbo si intrattiene, ma sono quasi delle comparse, degli intermezzi di folklore . Insomma, una gran varietà di persone che riflette una grande varietà di specie animali in particolare di insetti che il ragazzo scopre nelle sue spedizioni, talvolta aiutato da colui che può essere considerato il suo insegnante, naturalmente non convenzionale, Theodore. Sarà lui che lo supporterà in questa travolgente passione per il mondo animale e che lo incentiverà a studiare sui libri e non solo in natura.

Il tutto raccontato con ironia, con voglia di prendersi in giro e di ridere delle proprie stranezze, come se tutti facessero parte di un circo o di una commedia e il lettore stesse in platea a godersi lo spettacolo. Sì, è proprio il teatro il migliore paragone per questo racconto perché il lettore è coinvolto nella lettura, travolto dall’autoironia e, in qualche modo come a teatro, viene a fare parte dell’azione comica.

Questo libro potrebbe apparire alla lettura facile , frivolo, sempliciotto e invece, pur non essendo un libro sui massimi sistemi, risulta sì piacevole ma anche per molti versi acuta. La storia è narrata con una tale leggerezza e nello stesso tempo con una tale autentica passione per il mondo animale (del resto lo scrittore diventerà uno zoologo di fama), un desiderio di conoscenza e un sarcasmo verso gli esseri umani che lo circondano che non può che risultare una lettura gradevole. E poi semplice non ha mai fatto rima con sciocco o con facile e ancora una volta questo testo ne è la dimostrazione. Riuscire a fare ridere senza diventare comici, riuscire a interessare il lettore senza diventare pesanti e noiosi, anzi, incuriosirlo e divertirlo non è mai stato facile. Mi ricorda alcune pagine di Mark Twain (uno dei miei autori preferiti) o di J.K.Jerome in “Tre uomini in barca”,

Naturalmente si tratta di una lettura adatta ai ragazzi, più che ai bambini, direi che rimane comunque un libro da grandi che amano le storie dei piccoli ossia in cui i bambini o gli adolescenti sono protagonisti. Ho letto che, i Italia, viene consigliato come libro per bambini, ecco direi proprio di no, almeno non fino ai dodici-tredici anni ovvero al limite con l’adolescenza. Ma del resto, in Italia, tutti gli autori stranieri e non che fanno ridere i grandi sono da sempre consigliati ai piccoli. Mi viene da pensare che o consideriamo i nostri figli talmente intelligenti da essere da subito adatti a letture per adulti, oppure i grandi si prendono talmente tanto sul serio che non sanno più ridere! Mah…..

G.Durrell, La mia famiglia ed altri animali, 1956

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