Ora, le risposte le conosco di già: nessuno di questi
signori sa scrivere, la loro ignoranza rimane abissale, amano i soldi più di
ogni altra cosa e quindi fanno un po’ di tutto per ottenerli, senza dimenticare
che non stare più sotto i riflettori è un prezzo pesante da pagare; di sicuro
molti misurano la loro autostima anche da questo e quindi accettano volentieri
di raccontarsi senza considerare che molti editori, pur di fare cassa,
pubblicherebbero anche la loro lista della spesa.
Tra questi scrittori “tardivi” sono incappata a leggere il
libro di A. Agassi, il famoso tennista , che era stato consigliato a me e ad
altri milioni di Italiani da A. Baricco (ricordate una certa idea di mondo?). Ecco, siccome amo Baricco, mi sono
fidata di lui..niente di più sbagliato. Certo,di tutti i personaggi che, sulla
via del tramonto, si sono messi a scrivere la propria autobiografia, non è probabilmente
il peggiore, e nemmeno scritto nel peggiore dei modi, ma di lì a parlare di un
bel libro ce ne vuole un bel po’!
Sarà che non mi piace il tennis ma leggere di tutte le
palline che il Nostro è riuscito a mandare nella metà campo avversaria e a
vincere o a perdere, le sue condizioni fisiche, mentali, tutta la cronaca delle
partite che ha giocato, una a una, la descrizione di tutti, dico tutti, i suoi
avversari; cercare di paragonare la vita ad una partita di tennis, l’amore ad
uno slam (però ho capito alcuni vocaboli propri del tennis), la felicità della
vita alla storia di una partita, sono tutte cose che non fanno per me. Non ho
scovato un minimo di saggezza, di scaltrezza, di intelligenza sopraffina in
nessuna delle cose raccontate in quel libro e tanto meno nelle persone che lo
hanno popolato. E’ uscito fuori un bambino mai cresciuto, sempre a rincorrere
la felicità che non è mai arrivata se non alla fine, come in una fiaba, con il
matrimonio con la donna dei suoi sogni. Un bambino adulto ed un adulto bambino
che non arriva, accecato dalla ricerca del successo, alla gratificazione
personale, errori su errori, persone sbagliate, gesti immaturi, mancanza di
guide, una miscela micidiale che all’inizio risulta accettabile, anche se ormai
conosciuta anzi oserei dire trita e ritrita, e che, alla fine, annoia
mortalmente. Una delusione.
Anzi, alla fine, non vedi l’ora che questa Steffi Graf
telefoni e vivano tutti felici e
contenti
A. Agassi, Open, 2011
A. Agassi, Open, 2011
Mi par di capire che non ti sia piaciuto... :-D
RispondiEliminaMia madre l'ha letto e ha detto che non è male, devo farmelo prestare perché a questo punto mi avete incuriosita!
Direi di no, diciamo che non lo brucerei nelle fiamme dell'inferno ma pensare che me lo ha suggerito Baricco mi sorprende un po'. Potenza delle case editrici e dei soldi?!
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