martedì 2 luglio 2013

I viaggi migliori si fanno seduti in poltrona ovvero: la Grecia che non c'è e che non c'è mai stata

Ogni volta che vado in Grecia vorrei essere in un altro posto e ogni volta che vado in Grecia, quando torno, vorrei essere in vacanza in Grecia.
Non è facile da spiegare a parole ma quel luogo rappresenta qualcosa nella mia testa che, nella realtà, non lo è. La Grecia è nei miei sogni, è il paradiso sceso sulla terra, è la sintesi perfetta di ciò che giudico bello, positivo, perfettamente in equilibrio tra natura incontaminata, clima caldo e asciutto, brezza leggera e rinfrescante, sole fino a tarda sera e acqua cristallina. E’ la Grecia degli antichi, quella che ho nella mente dalle letture numerosissime e faticose che mi accompagnano da quando ero adolescente, un luogo che mi sono costruita piano piano negli anni, delineando paesaggi, città, architetture, decorazioni, personaggi e persone, vestiti e perfino acconciature. Ho vissuto quei luoghi come reali, tangibili e eterni. qualcuno mi ha accompagnato in visita alle metropoli antiche, qualcuno in isole sperdute, altri in cima all’Olimpo tra gli Dei a curiosare tra le vite degli umani. Guerre epocali, città simbolo, personaggi mitici hanno affollato la mia mente e li ho vissuti come veri, come se fossero stati dietro l’angolo e senza tempo. Già...il tempo, mai considerata una variabile, e del resto come darmi contro, ero adolescente, vivevo solo il presente.

Con queste premesse, la prima volta che l’ho vista è stato deludente, molto deludente, non potevo credere a tutta la maleducazione che imperversava, quanto fossero sprofondati nell’inciviltà gli abitanti, come fosse tutto poco curato, sciatto, lasciato andare alla malora. Anche il mare, le spiagge, gli olivi, le colline sbruciacchiate, tutto abbandonato, come se gli abitanti avessero da poco lasciato in massa il paese, avessero lasciato che la frutta marcisse sugli alberi, che le olive non fossero raccolte, che gli incendi bruciassero tutti i loro tesori. La Grecia è l’unico territorio di mia conoscenza, conservato e mantenuto in modo peggiore dell’Italia. Parlo in generale ed in particolare dei monumenti storico-artistici (perchè il mio occhio non può non cadere lì), cose importanti per me e per tutta la nostra civiltà e che sono non solo lasciate a se stessi ma proprio maltrattate, abbandonate, e devastate giornalmente dai turisti. E’ in Grecia che ho imparato a fare a meno di visitare alcuni monumenti o siti archeologici importanti, a ricordarmeli così come me li sono costruiti nella mente nel tempo, senza cercare riscontri reali che mi hanno troppo spesso deluso.
Poi ci sono tornata altre volte e ho iniziato a separare le mie Grecie: una reale, obiettivamente bella, piacevole, un po’ sporca, lasciata a sè stessa,con strade che sembrano mulattiere, con abitanti un tantino maleducati, che lasciano cicche ovunque, che non hanno niente  a che fare con i Greci antichi (del resto il tempo è passato anche lì e la storia ha fatto il suo corso, spesso non troppo felice) e dei quali talvolta portano solo il nome, e una, mentale, tutta mia, ancora intatta, incontaminata, calda e fresca, bellissima, perfetta, assoluta, che esiste, ne sono certa, ma forse non in quella parte di Mediterranneo. In qualche luogo c’è, io la sto cercando; è solo questione di tempo, la troverò.

2 commenti:

  1. Che bel post, descrivi perfettamente l'ambivalenza di ciò che immaginiamo e speriamo e come invece si rivelano essere le cose, un po' brutalmente. E di come non combacino quasi nulla. Qui è la Grecia, ma può essere un'esperienza, una persona... Piacere di conoscerti, anche.

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  2. grazie del commento Veronica!
    Tornandoci mi sono abituata alla grecia, così come è nella realtà, ma la prima volta è stata dura. Sembra impossibile ma studiare,imparare ad amare, formarsi, immersi quasi totalmente nella cultura greca antica e poi cercare tracce di quella nobiltà nel presente è non solo deprimente ma anche ingiusto.

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