Però, questa uscita rischia davvero di
deludere le nostre aspettative, evidentemente
Monti non è mai stato precario, non sa cosa significa vivere con una spada di Damocle
sulla testa, che il contratto presto finirà, che magari è già al secondo rinnovo
e quindi non ce ne sarà un altro, che non ci sono diritti, che non si possono
fare figli, che non si può programmare un futuro, che spesso, pur di portare a casa
qualche lira i giovani sono costretti a spostarsi in un’altra città, magari
lontano dalle famiglie e che tutto questo è un problema solo loro, perché nel
mondo dei precari non c’è alcun tipo di solidarietà e tra poveri non ci si ama
ma ci si scanna, mors tua vita mea. I precari non sono cattivi di per sé ma sono
disperati e quindi si fanno la guerra tra di loro, si sentono soli e
abbandonati, l’unica speranza è che un giorno qualcuno offra loro un posto
fisso e si accontentano di fare il salumiere anche se sono laureati in
lingue orientali, pur di avere un minimo di sicurezza!
Allora, in teoria il posto fisso è una gran noia, sempre il
solito lavoro, sempre le solite facce, sempre il solito ufficio da quando sei
giovane fino alla pensione ma questo accade solo in teoria perché quando sai
che, se fai il tuo dovere e ti dedichi alla tua mansione con passione e amore,
forse anche con qualche rinuncia, potresti avere anche delle soddisfazioni; se contribuisci a mantenere un clima amichevole,
potresti trovare anche degli amici invece che dei colleghi e basta, allora
forse il posto fisso potrebbe diventare anche qualcosa di interessante,
stimolante e piacevole. Conosco persone che hanno il posto fisso e sono felici,
che vanno volentieri a lavoro, che cercano di fare carriera, rinunciando anche
a qualche ora della propria vita per finire quello che devono consegnare, che
frequentano corsi di aggiornamento professionali senza che nessuno li obblighi
a farlo. Anche del nostro Esimio Professore che è ordinario alla
Bocconi e Senatore a vita si può dire che abbia un posto fisso, e proprio lui che
sa cosa vuole dire amare il proprio lavoro, farlo con abnegazione e passione dovrebbe
rendersi conto che tutto questo è stato possibile proprio perché non mai dovuto
preoccuparsi di fare quadrare i conti,
contando fino al centesimo, rischiando il posto se apri la bocca e con un
macigno sullo stomaco che ti costringe continuamente a pensare: cosa farò dopo
quando finirà e soprattutto come pagare l’affitto, l’assicurazione della
macchina o addirittura l’asilo del bimbo.
Sì, il posto fisso è una gran noia se si accetta l’immagine
stereotipata dell’impiegato annoiato, stanco, che da dietro un vetro risponde a
monosillabi ma, se siamo seri, sappiamo che non è sempre così; è come dire che
chi si laurea a ventotto anni è uno sfigato, detto da uno che si chiama Martone! Quello
che ha detto Monti, forse, potrebbe essere anche condivisibile, in un’altra Italia, con un altro mercato del lavoro, con un altro welfare, insomma non qui! Metta
mano alle questioni importanti e non si lasci sedurre dalle frasi fatte che
vanno bene solo in televisione.
Presidente, se lo
faccia dire lei hai perso l’occasione per stare zitto!
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